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aes rude, signatum e grave, ecc. 99
Garrucci, tav. XL — toro saltellante — cane da caccia gradiente — tartaruga terrestre;

nell’aes grave laziale in genere:

Garrucci, tav. XLTI — anfora R/ grappolo d’uva;
Garrucci, tav. XLTII — cratere — orcio {sextarius?) R/ pedo — fiore di vite R/ scarabeo della vite (anomala vitis) — aquila piscaria R/ polpo;
Garrucci, tav. XLIV — testa di bove — di cignale, — di montone, — di pesce o delfino — lira — bruco — fava o fagiuolo — grappolo d’uva R/ relativo fiore di vite;
Garrucci, tav. XLV — anfora vinaria R/ rhyton — cratere — ranocchio — caduceo;

nell’aes grave assegnato a Tarquinia:

Garrucci, tav. XLVI — testa di cignale R/ venabolo — testa di montone R/ pedo — delfino guizzante R/ tridente — giogo R/ aratro — caduceo;

nell’aes grave di Todi:

Garrucci, tavv. LV e LVI — aquila romana o piscaria R/ 9I cornucopia pieno di frutti (cfr. Gubbio) — cane in riposo (cfr. Adria) R/ lira — ranocchio — clava R/ mano col cesto (emblemi atletici),

nell’aes grave dell’ Apulia:

assi citati a p. 27 e 92 col gallo e col toro soffermo;

nel Piceno, cioè sull’aes grave di Fermo, città colonizzata dai Romani nel 264 a. C.:

Garrucci, tav. LX — testa di bove — due aratri — cuspide del venabolo R/ bipenne da caccia.

    è rappresentata la testa diademata di Nettuno e vi è l’iscr. LT che io interpreto Latium, dall’altra l’aqaila piscaria col pesce negli artigli, sostituita all’aquila fulgoratrice Capitolina, e l’iscrizione R, che io interpreto Roma. La testa di Nettuno e l’aquila piscaria non potrebbero rappresentare più eloquentemente la pace marina, contrapposta alla pace agreste che vedemmo rappresentata dall’asse campione col toro respiciente di Roma, Capua(?) e Luceria.