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94 luigi a. milani


Il lieto annuncio della pace interiore assicurata, Roma diffuse per tutta Italia con una reiterata abbondante emissione urbana dei quincussi col caduceo e tridente, rappresentata anche nel nostro ripostiglio, n. 7, tav. X-XI. Il caduceo lemniscato dava segno ai vari popoli italici che Roma tranquilla e sicura contava sulla loro pacificazione; il tridente lemniscato dimostrava che essa ormai rivolgeva gli occhi più lungi, guardava più in là — al dominio sul mare.

I lemnischi del caduceo del tridente non sono oziosi ornamenti; ma simboli di significato politico, altrettanto chiaro quanto sicuro ed eloquente. Sono i lemnischi della Vittoria del popolo romano; i lemnischi che la Vittoria romana appende ed annoda alla palma nelle monete con l’iscrizione ROMANO (Garrucci, tav. LXXVII, 16; Head, H. N. p. 28, fig. 10) e nelle simili monete di Ascoli, celebranti, come ha perfettamente veduto il Cavedoni1, la grande battaglia ascolana del 279 a. C. ed insieme l’arguto proverbio nato in quell’occasione: Osculana pugna qua significatur victos vincere2 ed il nome stesso degli Ascolani ΑΥΥΚΛΙ, che comprende nella sua postuma etimologia (ΑΥΥΚΛΙ3 = αὐ ὕσκλοι = di nuovo i cappi del lemnisco) l’allusione ai nodi ed ai cappi che tengono vincolata la Vittoria ed i suoi simboli: lem-

  1. V. Bull. Arch. Napoletano, T. II, p. 117 e T. V, p. 72.
  2. Festo, ed. Müller, p. 197, e Floro, I, 18, 9.
  3. Intorno alla leggenda greco-osca ΑΥΥΣΚΛΙ (– Auhuskli – Osculani – Asculani) ed alla sua postuma etimologia, provocata dalla famosa battaglia del 279 vedasi, oltre Cavedoni, Bull Nap., T. V, p. 72, Garrucci, Isernia p. 188, e Monete Italia, p. 110. Quivi Garrucci determina meglio il senso del victos vincere, appoggiandosi a Dionisio, XX, 1-8, ossia al fatto dei Dauni che decisero dell’esito incerto della battaglia, per loro cagione divenuta più favorevole ai Romani (victos) che a Pirro (victor), donde anche il celebre detto di Pirro: Ἄν ἔτι μίαν μάχην Ῥωμαίους νικήσωμεν, ἀπολούμεθα παντελῶς (Plut., Pyrrh., 21).