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patacchina savonese inedita di filippo maria visconti 93

rispondenza è esatta, materialmente, anche nella grafia: comvnis e moneta saona invece di: comvnis e moneta saone; ma ciò che più importa, per escludere l’attribuzione alla signoria sforzesca, si è di por mente al non trovarvisi l’espressione: Civitas Saone, che, introdotta per la prima volta da Lodovico XI, si mantiene poi costantemente su tutte le monete uscite dalla zecca di Savona; — bisognerebbe, in caso diverso, ammettere per la nostra monetina un «ritorno all’antico», che costituirebbe un’eccezione troppo singolare.

Ho chiamato patacchina questa moneta, poiché essa, per le sue dimensioni, corrisponde esattamente a tutte le altre patacchine savonesi d’epoca anteriore e (si noti) anche d’epoca posteriore alla dominazione di Filippo Maria; e perchè quest’argomento delle dimensioni è rafforzato in modo eloquentissimo dall’argomento del peso. La monetina pesa infatti, come ho detto, grammi 1,402; ora, un’altra patacchina savonese, ch’è pure nel Gabinetto di Brera, ed è un po’ meno sciupata, pesa grammi 1,405, il che equivale a dire che tali due monete hanno l’identico peso.

È bensì vero che l’illustre Domenico Promis, non conoscendo la patacchina di Filippo Maria (la quale, a parer mio, è questa), e pur volendo spiegare i termini della convenzione del 16 luglio 1425 con gli zecchieri Interminelli e Bugia1, credette di ravvisare tale patacchina nella maggiore delle due monete da lui pubblicate, presupponendo per

  1. Ibidem, pag. 80.