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84 tarquinio gentili di rovellone

IOH. P. P. nel campo. Come si vede, nel solo dritto è segnato tutto quanto occorre per una moneta papale: SANCTVS PETRVS ROMA — IOHANNES PAPA; e questo solo è affatto nuovo nelle antiquiori. Nel rovescio la leggenda del giro è: OTTONI IMPER, e nel campo è impressa una croce patente senz’altra indicazione. Cosi anche questa moneta presenta quasi una derivazione da quelle di Leone. Soltanto, in queste ultime era lo imperatore che offriva, o dedicava alla potestà delegante la moneta da lui battuta col poter delegato, e tutto ciò giustamente si esprimeva nel diritto. Giovanni all’opposto afferma nel dritto tutta e sola la potestà sua sovrana e dedica il rovescio ad un imperatore Ottone. Curiosa differenza che deve aver pure una speciale ragione di essere. E l’ha veramente, e assai importante, perchè conferma un fatto storico d’altronde accertato.

Papa Giovanni cercava con ogni mezzo di ingraziarsi Ottone I, unico sostegno del suo pontificato verso i ribelli romani. È stato già accennato che, allo scopo, volle concedere la corona imperiale al giovanetto Ottone II, tuttochè vivente il padre,

    quanto bastava, e allora potea essere di pochi giorni, a compiere gli avvenimenti della morte di un Papa e della elezione di un altro.
    Infine poi, se fosse anche indubitata la elezione di Giovanni prima della morte di Ottone II, nulla gioverebbe allo scopo del sig. Rossi. Quando più papi dello stesso nome hanno vissuto nel tempo di uno o più imperatori, pur di ugual nome, quest’ultimo non è più bastante ad indicare a quale di quei papi spetti la moneta. Bisogna allora ricorrere ad altri indizii, ad altri argomenti, in difetto dei quali viene di necessità abbandonare la moneta stessa fra le incerte. E così pare, che per ora almeno, debba farsi di quella del sig. Rossi, se veramente presenti un tipo differente dai simili riprodotti dal Promis. Per questi mi pare di avere raccolto circostanze bastanti a farli ragionevolmente attribuire a Giovanni XIII.