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82 tarquinio gentili di rovellone

gliarne: le condizioni storiche non si ripetono, ma si rassomigliano, perchè determinate da fatti nuovi che essenzialmente dipendono o almeno si collegano ai precedenti. E così spesso si rassomigliano fra loro i documenti destinati a rappresentare quei fatti. E per ciò appunto, l’affinità che si riscontra fra le monete di Leone VIII e quelle in esame fornisce valido, anzi potente argomento per ritener che queste ultime spettino a Giovanni XIII, immediato successor di Leone.

La prima moneta ha nel diritto: IOHS PAPA e sotto OTTO, il tutto in tre righe in campo pieno, con una sbarra fra il nome del papa e quello dello imperatore; nel rovescio ha: SCS PETRVS nel giro, e ROA nel campo (Tav. I, n. 4); par proprio la copia, benchè non esatta e fedele, delle due prime di Leone VIII. Perchè ripetere tale tipo singolare, specialmente nel diritto? La ragione si rintraccia facilmente sol che si richiamino le condizioni storiche speciali ai due pontefici.

Papa Giovanni fu cacciato da Roma, quasi appena eletto, ma fu richiamato alla sua sede subito che si conobbe la venuta di Ottone diretta a rintuzzare la ribellione romana. Giovanni accettò il richiamo prima ancora dell’arrivo dello imperatore, ma a lui importava far conoscere ed affermare con ogni mezzo, che nulla era cambiato nelle relazioni fra il papato e l’impero, ed adottò subito nella moneta quella forma e quella leggenda nel dritto, che pure eran concorse a tenere in soggezione i romani nel pontificato del suo antecessore. Però, severo rivendicatore, quale egli era, dei diritti e delle giurisdizioni della sede apostolica, segnò il proprio nome al primo, non già