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66 tarquinio gentili di rovellone

sommo Pontificato il vescovo di Narni Giovanni, che fu il XIII di tal nome. Senz’alcuna ingerenza dello Imperatore, il nuovo eletto fu pur consacrato. La piena concordia nella elezione a nulla giovò: poco appresso, e di certo prima che giungesse al suo termino l’anno 965, si ribellarono nuovamente i romani, si impossessarono di papa Giovanni e lo mandarono esiliato nella Campania.

I fatti storici fin qui riassunti dimostrano abbastanza con quanta facilità i romani del secolo decimo si volgessero ad abbatter coloro che ieri aveano innalzato, concordi e con plauso, al più alto grado della potestà religiosa e civile. Ciò però non basta a spiegare il passaggio, per verità troppo rapido, dalla docile e quasi umile e timorosa sommissione alla autorità imperiale nel maggio, e quindi a quella papale nel settembre, allo sciogliersi per via di fatti violenti nel novembre dello stesso anno, da ogni soggezione papale ed imperiale. Non par difficile trovare una ragione di tale anomalia, se si esaminino le speciali condizioni dell’epoca, per quanto assai poco chiarite dallo scarse notizie fino a noi pervenute.

Accennano gli storici che papa Giovanni XIII si mostrò fin dalle prime severo rivendicatore di tutte le giurisdizioni pontificie, forse anche a danno dello usurpate prerogative dei potenti baroni1. Questo fatto, congiunto all’altro della libera scelta del Papa lasciata da Ottone ai romani, valse senz’altro a dimostrare, che la pretesa abdicazione di ogni potestà pontificia fatta da Leone a favor dell’impero era stata

  1. Muratori, l. c. pag. 251.