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580 | notizie varie |
questo zecchino, e non vi aggiunge alcun commento. Trovo poi questa moneta nel Catalogo della vendita Rossi (pag. 296, N. 3839) colla leggenda del rovescio variata come segue: s • petrvs • ite • mantova • Il compilatore pone lo zecchino nella serie di Roma, mettendo in nota che la leggenda al lato sinistro del rovescio è alquanto confusa.
L’esemplare, che io ho sott’occhio e che è di bella conservazione, porta precisamente nel rovescio le parole: s • petrvs • de te mantova. Ora, che cosa possono significare queste parole su di uno zecchino di Pio II? Sappiamo dalla storia che questo Pontefice, bramando tentare una nuova crociata contro i Turchi, convocò un’Assemblea a Mantova nel 1463, dove si decise per l’anno seguente una spedizione, di cui il Papa stesso voleva mettersi alla testa; senonchè, mentre nell’agosto dell’anno dopo stava per mettere in atto questo suo pensiero, lo colse una febbre in Ancona e vi mori. Non potrebbe quella leggenda ricordare l’Assemblea di Mantova? Pio II, disposto a partire in persona per quella spedizione, volle eternare quel fatto nelle sue monete, e ne coniò parecchie, ove vediamo il Papa stesso su di una nave in atto di partire, colla leggenda: dirige domine gressvs nostros o coll’altra: exvrgat • d . et . dissipentvr . inimici . eivs • Non è dunque possibile che egli abbia voluto ricordare in altra moneta l’origine e il movente di quell’impresa, l’Assemblea di Mantova? In tal caso, si dirà, perchè quel mantova scritto all’italiana, invece di mantva, come vediamo su tutte le monete anteriori e contemporanee di quella città? E poi, qual è il significato delle lettere de te che precedono la parola mantova? È un quesito ch’io non so sciogliere e ne propongo la soluzione ai numismatici, ben lieto se qualcuno me ne darà una plausibile spiegazione. In ogni modo la moneta non può essere coniata a Mantova, come vorrebbe taluno. A giudicarne dal tipo e dal disegno, essa uscì molto probabilmente, come altri zecchini di Pio II, dalla zecca di Foligno e sarebbe opera dell’incisore Emiliano Orfini.