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tre luigini inediti di campi 539

sola officina monetaria. Precisamente negli anni 1668 e 1669 il principe G. B. Centurioni aveva attivato nella giurisdizione di Campi varie officine, di cui tre in Campi stesso, una a Gorreto, un’altra a Catabiasco, ed altre, di cui nei capitolati di zecca non è indicato precisamente il nome della località. Supposto anche, come vuole taluno, che in alcune di queste officine non si sia effettivamente lavorato, è ormai accertato, da una nota sincrona pubblicata dall’Olivieri in fine al citato articolo sulle monete e medaglie dei Centurioni, dei Doria e degli Spinola, (Rivista della Num. antica e moderna, pag. 64 e 65), che nella giurisdizione di Campi, lavoravano ad un tempo tre ofiìcine monetarie. — Questa suddivisione di zecche, per coniare le stesse monete, unita alle cause suaccennate, può in gran parte spiegare la irregolarità del loro peso.

La zecca di Campi viene pertanto arricchita di tre nuove monete, e resta assodato che colà si battevano luigini negli anni 1668 e 1669. Queste monete, più spesso denominate nei contratti di zecca gettoni, ottavetti o marchesini al pari di altre contemporanee di zecche italiane, imitavano esattamente il tipo dei luigini di Anna Maria Luisa di Borbone, principessa di Dombes, ed erano, come dissi, esclusivamente coniate pel Levante. Colà il loro tipo godeva gran credito e quelle popolazioni le accettavano volentieri, adoperandole anche come ornamento, badando quindi più alla bellezza dell’impronta che all’intrinseca bontà del metallo. Siccome poi colà si accettavano di preferenza i luigini con ritratto di donna, così i nostri principi si affrettarono a stampare su quelle monete, anziché il proprio, il