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504 francesco gnecchi

dritto, il rovescio rimane capovolto, e viceversa. Se avesse dovuto servire allo scopo accennato, tanto il dritto quanto il rovescio sarebbero stati fatti su di un medesimo verso, in modo da potersi vedere contemporaneamente ciascuno nella sua giusta posizione.

Eliminata anche questa supposizione, che, anche ammessa, escluderebbe tuttavia il pezzo dal dominio della Numismatica, a me non si presenta altra possibile destinazione del bronzo che quella di parte centrale o fondo di un vaso o di una patera. La destinazione è più umile, ma a questa mi pare che tutto si accordi mirabilmente. La faccia convessa che porta le due teste avrebbe formato il fondo interno della patera o del vaso, mentre il rovescio sarebbe rimasto al disotto, leggermente concavo e difeso dall’orlo assai sporgente.

L’ornato dell’orlo sarebbe stato esterno e avrebbe formato la parte più bassa della patera, mentre al disopra e precisamente nell’incavo che gira nella parte superiore dell’orlo (dal lato del dritto) vi sarebbe stata saldata la parete circolare destinata a formare la vera patera, ed alle due rotture del cerchio sarebbero state infisse le due anse, le quali probabilmente avranno avuto il loro secondo punto di appoggio all’orlo superiore.

Con questa destinazione del bronzo tutto va perfettamente a posto come lavoro materiale e tecnico, e diventano spiegabilissimi tutti i problemi insolubili quando si voglia mantenerlo fra i medaglioni. La dimensione non obbligata da alcuna legge, né da alcuna consuetudine, era in piena libertà dell’artista, lo spessore è più che sufficiente allo scopo, e la sconcordanza delle date diventa affatto insignificante e trascurabile, quando si pensi che l’ar-