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448 arturo g. sambon


Anzi, raffrontando l’originale moneta di Giustiniano II al disegno a stampa, ai vede che il disegno fa abbellito secondo un tipo d’immaginaria perfezione che n’alterò il carattere. Ed io sospetto che nemmeno l’interpretazione delle leggende sia stata fatta sempre con diligenza, perchè non m’accadde mai nei molti esemplari leggere intere le parole dn ivstinian che il Sabatier lesse in una delle dette monetine, e perchè nella sua opera non mancano altri esempi d’arbitraria interpretazione.

Oltre le due riferite dal Sabatier, ne rimangono altre di tempo posteriore annotate dal Cordero di Sanquintino in una inedita Tavola di monete napolitane, posseduta dal professor Luppi di Milano, ed altre della mia particolare collezione. Cosicché, per questo periodo, le monete Ducali di Napoli, conosciute sino adesso, sono in tutto dieci ch’io classifico a questo modo:

COSTANTE II.

(641-668).


1. ½ Follis (20 nummia)1. Rame. Peso gr. 2,36. (Collezione Sambon).

D/ — Effigie dell’Imperatore con lunga barba, di prospetto: nella sinistra ha un globo crocigero: uno scettro nella destra.

R/ — L’area è divisa da una sbarra orizzontale; al di sopra, il numerario XX; disotto, la sigla ΝЄ.

(Tav. X, N. 1).


2. Rame.

D/ — CONST ....

Busto dell’Imperatore, di prospetto.


  1. Il follis moneta di rame dell’impero Bizantino, prendeva nome dai sacchetti di pelle folles, nei quali si riponeva. L’unità di questa moneta ora il nummus, e quindi si avea il follis o multiplo massimo di 40 nummi, il cui valore (da Anastasio sino a Michele IH) era indicato con le cifre m, o xxx, xl. Il 1/3 di follis, nummi 30, col λ o xxx. Il ½, nummi 20 col k, o xx. Il Decanummo, col 1 o x. Il Pentanummo, col є o v. Il nummus coll’A.