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440 alfredo comandini


 


Qui cessa il novero delle medaglie relative a fatti ed a fasti compiutisi o celebratisi nel 1889. Ma ci rimangono da descrivere poche medaglie, che, coniate nel 1889, sotto questa data si possono tuttavia classificare.

Due di queste medaglie portano l’effigie del generale Garibaldi; e sono le seguenti:

43. — Diam. mm. 60.

D/ — Busto di prospetto, testa nuda a sinistra. In giro, ai lati: GIUSEPPE — GARIBALDI. Sotto al busto, ad arco: Gio. Batt. Noto Millefiori.

R/ — Corona di due rami di alloro e di palma, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso. Nel campo, sovrapposta a disco, e stante sull’annodatura della corona, Fama seminuda, ad ali spiegate di prospetto, suonante tromba a destra, ed additante con la destra a sinistra.

In alto, nell’apertura dei due rami della corona, stella a cinque punte.

44. — Diam. mm. 30.

D/ — Uguale a quello della medaglia precedente; ma, sotto al busto non si legge il nome dell’incisore.

R/ — Uguale a quello della medaglia precedente; ma la Fama è gradiente a destra.

Questa medaglia, nei suoi due diversi moduli, fu eseguita in Roma dal signor Giovanni Battista Noto Millefiori, non incisore, ma soltanto modellatore distinto, addetto allo studio dell’illustre scultore Monteverde. Nell’aprile del 1887 essendo venuto a morire il chiarissimo comm. Demetrio Canzani, primo incisore nella regia zecca di Milano, il ministero per le finanze indisse in Roma un concorso per la nomina di un successore al Canzani. Al concorso presentaronsi varî distinti incisori italiani, i quali, come d’obbligo presentarono, modellati in cera, in grande dimensione, una