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zona, Mixocho» e fissa che i bianchi non banditi si debban ricevere per soldi 14 e i vecchi cavallotti «del Sig. Jo. Jacobo permissi per soldi 6 che si spenderanno invece a soldi 5 e denari 61»; si permise però che le monete bandite avessero ancora corso per un mese, purché portati entro 15 giorni dai Commissari sulle monete a segnare con apposito bollo. I maligni zecchieri ne approfittano, e al 80 marzo di quell’anno una nuova grida si lamenta «habino fabricato uno novo Ingano cioè in hauere facto uno falso bollo col quale segnano i bianchi di pegiore sorte et boutade de li vegi»2.

Infine colla grida del 5 maggio 1530 si stabilisce il corso dei cornoni a soldi sei e dei bianchi da soldi tredici a soldi dodici e quelli da soldi quattordici a tredici, ordinando che i bianchi e cornoni già banditi non si possano più spendere per prezzo alcuno.

Ecco come restò arenata l’onesta industria del Besson.

Le registrazioni dell’Albriono, nel libro che abbiamo preso in esame, vanno sino al 1543; cessano per la zecca, al 15 maggio 1530.

Tacque essa durante questo periodo?...

Nel 1531 si regolò nella Mesolcina il corso delle monete. Convenuti in Lostallo, al 13 febbraio di quell’anno, gli uomini della valle approvarono con altri statuti il seguente capitolo3.


  1. Francesco Bellati, Raccolta cronologica, ecc. Vol. II, pag. 125.
  2. Idem, idem, vol. II. Grida del 80 marzo 1530.
  3. Archivio Trivulzio. Araldica Cart., 10. Cod. in pergamena del secolo XVI scritto dal notajo Giov. Pietro fu Q. Gottardo Bolzoni da Grono. Sono nominati come presenti all’adunanza tre Vicari, i due soliti di Mesocco e Roveredo e un terzo di Calanca.