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388 emilio tagliabue

chiusa il notaio Giovanni del Piceno attesta che l'istrumento è “actum in pasquedo roueredi in domo zeche1.

Il 2° documento porta la data 17 marzo 1509, è rogato dal notaio Giovanni Amadiristo “in roueredi in pasquedo in cecha” e fra i testi figura un maestro di zecca detto Zanetto2.

Come abbiamo cercato dimostrare, le condizioni del feudo, l’aver Gian Giacomo palazzo e commissarî in Roveredo, l'esser quello il borgo più importante, capitale diremo così, della contea, lo indicavan senz’altro a sede della zecca; né i diplomi si oppongono a questa versione, se li interpretiamo nel senso logico, che parlino del feudo di Mesocco, pur non essendo Mesocco nome che si dava indifferentemente a tutto il feudo, alla rocca e alle vicinanze sopra e sotto il castello. La tradizione poi e i documenti dell'epoca da noi prodotti, tutti concordano nel fissare a Roveredo la sede della zecca Mesolcinese.

Crediamo quindi poter affermare che G. Giacomo Trivulzio e non Gian Francesco impiantò la zecca di Roveredo e che la zecca di Mesocco, non essendo esistita, va cancellata dal novero delle zecche medioevali.


  1. Vedi doc. 8 in Appendice.
  2. Vedi doc. 6 in Appendice.