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stasse sempre a Mesocco. Invece esistono libri di conti e contratti posteriori al 1527 i quali parlano di una zecca di Roveredo ed il Mazzuchelli ed altri autori che li citano, per spiegarli ammettono che distrutta la rocca di Mesocco (1526), la zecca venne trasportata nel borgo di Roveredo.

Eppure nella grida pubblicata al 30 Gennaio 1530 in Milano dal duca Francesco II Sforza troviamo ancora Mesocco nell’elenco delle zecche le cui monete sono bandite dal ducato1; segno evidente che Mesocco serviva ad indicare non una zecca esistente nella rocca di Mesocco, ma la zecca Mesolcinese.

Ma nemmeno la distruzione della rocca di Mesocco è ben comprovata; lo Sprecher2 essendo la prima e non sicura fonte, delle varianti date dagli storici su questo fatto.

L’à-Marca la fa atterrare nel 1525 e di varie leggende facendo un solo miscuglio, ci ricama sopra uno dei soliti episodi che le tradizioni popolari fan precedere a queste ruine3.

Il Trachsel dice che

“Gian Francesco préféra favoriser le parti de leur ennemi Jean Jacques Medici; les habitans de la vallèe de Misolcino aidés par les Grisons demolirent le chateau de Misocco en

  1. Raccolta cronologica di editti ed ordini emanati nello Stato di Milano, nella materia delle monete, per Francesco Bellati. Vol. 3 manos. nella Bibliot. di Brera in Milano segnati G. N. n. III 2/?4— Vol. II. pagina 125.
  2. Sprecher, Op. cit., pag. 128.
  3. G. A. à Marca, Op. cit., pag. 114.
    Su questo episodio noi pare abbiamo pubblicato un racconto L'ultimo Conte della Mesolcina in «Emp. Pittor.» Milano, 1884, il quale, dobbiamo confessarlo, aveva di storico il solo nome, basandosi, solo sulla tradizione.