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è davvero esistita la zecca di mesocco ? 373

“grandezza e valore del soldo Milanese e si chiamava soldo Trivulzino, nel circolo d’una parte del quale si legge: Jo. Jac. Trivult. March. Viglev. e nel centro le insegne di sua famiglia, cioè le tre haste, nel circolo dell’altra: Marcs. Franc. e nel centro la croce in quattro parti eguali1.”

Le affermazioni dei cronisti sono dal Mazzuchelli rinforzate con un documento dell’archivio di Stato Milanese. Ai 12 Febbraio 1499 da Angera Leonardo Botta scriveva al Moro: “Heri sera allogiò qui in Angleria uno Mulatero de M. Zo. Jacomo de Triulcio cum muli dui et chasse quatro mercantile piene de croxoli da fondere arzento et parlando cum luy me disse che M. Zo. Jacomo era in Asti et mandava dicti croxoli a Mesocho per adoperarli a la Cecha et masima che l’haveva trovato in quelli paesi una vena de arzento”2.

Ecco quanto si sa sulla zecca di Mesocco.

Pur riconoscendo l’importanza e il valore di queste prove, noi non le crediamo contrarie alla nostra tesi, ma colla scorta d’altri documenti e notizie sulle condizioni e vicende del feudo, le interpretiamo

  1. Opera stampata in Milano «Per gli Heredi Ghisolfi MDCCI». All’esemplare della Trivulziana (Cod. 1444) è unito un voluminoso msc. autografo del Cotta nel quale a pag. 474, n. xxxiii leggesi la citazione del Mazzuchelli, Op. cit., pag. 352. Nel testo, Mesocco è scritto sopra una cancellatura illegibile.
  2. Mazzuchelli, Op. cit., pag. 350. – Il Trivulzio si trovava infatti nel febbraio 1499 in Asti, quale luogotenente generale del re di Francia. — Lodovico XII appena assunto al trono ebbe cura di riordinar le monete e in Asti, antica sua Signoria, riaprì la zecca. Al 27 febb. 1499 il Trivulzio la diede in appalto al maestro Giacomo dei Conradi e forse questo zecchiere gli donò i crogioli veduti dal Botta in Angera. (Vedi documento 4 in appendice).