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origine della moneta in italia 329

a dargli un’impronta che fu generalmente un animale, forse in memoria dell’antico uso degli scambî col bestiame in natura, e questo fu chiamato aes signatum (bronzo segnato).

Da questo si passò all’aes grave, prima di forma ovale e poi di forma rotonda che fu la definitiva. Allora, per facilitare sempre più gli scambî, fu creata l’intera serie della moneta colle sue frazioni, cioè l’asse del peso di una libbra corrispondente alla quantità di metallo che un uomo poteva sostenere (librare) sul braccio teso, il semisse di mezza libbra, il triente di quattro oncie, il quadrante di tre oncie ed il sestante di due oncie. Cosicchè il sistema si basava su una libbra di bronzo ed ognuno dei sei pezzi portava il segno del suo valore.

Di queste monete primitive molte sono pervenute fino a noi, ed il ripostiglio di Vicarello compendia, si può dire, la storia stessa della moneta.

Vicarello è una località presso il lago di Bracciano, ove esistono delle acque termali chiamate Acque apollinari, conosciute e adoperate anche in oggi per curare certe malattie.

Nel 1852, nel fare alcuni lavori presso l’antica fonte, fu rinvenuto un numero ingente di monete, che erano il tributo offerto, per lo spazio di parecchi secoli, dai visitatori, alla Divinità che, secondo essi, rendeva benefiche quelle acque. Era un uso comune di quei tempi.

Vi si rinvenne l’aes rude in quantità di oltre 1200 libbre, l’aes signatum, l’aes grave dei varî popoli dell’Italia centrale, poi le monete coniate della Repubblica romana e quelle degli imperatori, fino al principio del quarto secolo dell’êra nostra1.

  1. P. Marchi, La stipe tributata alle divinità delle acque apollinari di Vicarello. Roma, 1852.