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322 | notizie varie |
questa possibilità materiale ben diversa dalla probabilità; né sa spiegarsi come i bronzi di Claudio fossero già frusti (dacché, come ognun sa, Ella aggiunge, i bronzi contromarcati di Claudio come tutti in generale quelli portanti contromarca sono di pessima conservazione) e avessero perciò bisogno di una contromarca nell'anno stesso in cui venivano battuti.
« Ma io La prego a voler riflettere (ciò che bensì risalta da tutto il mio povero e mal compreso lavoro):
« 1° Che qui non si tratta di una Coorte storica, rammentata in un monumento stabile; sibbene di una semplice contromarca castrense di occasione, in cui momentaneamente veniva applicato il nome di colui che ordinava o permetteva un nuovo corso fiduciario;
« 2° Che, difatti, qui non si tratta più del Monetario di Augusto del 12 a. Cristo; ma bensì del Proconsole, Generale di Armata, Governatore di piazze forti, che appunto in que' 53 anni e sino all'ultimo di essi vediam figurare in Africa e in Germania nella stessa persona di Lucio Apronio.... Ed ora non Le dispiaccia ch'io aggiunga (ciò che non trovasi nel mio opuscolo, ma Ella non doveva ignorare) un prezioso riscontro di fatto, un monumento, cioè, che nel modo più solenne ed indiscutibile costringe a non potersi più mettere in dubbio nel nostro personaggio quella continuata superiore ingerenza negli affari monetali delle Provincie da lui occupate, ch’io, per solo teorico e storico intuito, aveva già indovinata; convertendo così quella ch'Ella chiama possibilità materiale ben diversa dalla probabilità, in una quasi certezza. — Farlo di quei grandi, mezzani e piccoli bronzi (intere monete di tutto conio e non contromarche) battuti in Africa sotto Tiberio ed appunto durante la guerra contro Tacfarina (pag. 11 del mio opuscolo), nell’anno 20 di C: « PERMISSV L • APRONI • PROCOS III • » come nella loro leggenda si legge. (V. Müller, Numismatique de l'ancienne Afrique. Vol. II, pag. 155 e seg. — E. Cohen 2° ed. I pag, 208, n° 216; pag. 210, n° 251.
« Non fo commenti. — Torno alla contromarca in esame.
« Nel farmi infine l’ultimo appunto, a Lei certamente anche sfuggiva quant'io altresì avea dimostrato: di tali contromarche Castrensi non esser solo a cercar ragione nel deperimento metallico delle monete su cui vennero applicate; ma bensì, e meglio, nel bisogno di crescerne il valore con un temporaneo e più alto assegno fittizio. E di fatti ed a maggior prova del mio assunto, in preveggenza dell’obbiezione da lei fatta, a pag. 13, nota 3°, io segnalava alcuni esemplari battuti « indubbiamente in quest’anno 41 di C. (uno specialmente della Collezione Nissardi) che lungi dall’esser frusti sono fior di conio e la nitida contromarca vi appare evidentemente coeva al conio