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ne abbraccia 22, con altre 22 pagine di appendice sulla carta-moneta, sugli assegnati, ecc. La sezione dedicata alle monete feudali francesi è più che raddoppiata di estensione, anzi quasi triplicata addirittura. Ne deriva che la sola Numismatica francese ha richiesto per sé un primo tomo, e cioè un fitto volume di oltre 500 pagine.

Il secondo tomo è uscito per le stampe in due volumi separati: l’uno comprende la numismatica dei rimanenti paesi; nell’altro si discorre partitamente delle monete ossidionali e di necessità, delle medaglie, dei gettoni e affini, dei pesi monetali, si dà un elenco dei Santi effigiati sulle monete, e una bibliografia generale e speciale. Quest’ultimo volume contiene pure un succoso compendio dell’opera magistrale di Schlumberger sulla Numismatica dell’Oriente latino, e a tale compendio risponde un corredo illustrativo nelle due tavole supplementari aggiunte all’atlante (che originariamente ne comprendeva soltanto dodici).

Il sig. Blanchet, nella chiusa della sua Prefazione, si augura una benigna accoglienza anche presso i numismatici stranieri. Per ciò che concerne l’Italia, crediamo che quest’accoglienza sarà cordiale e calorosa, quale ben si merita uno straniero che con tanto amore si è occupato delle cose nostre. Infatti la sezione italiana, in una forma densa e stringata, concentra una quantità straordinaria di notizie e dati preziosi, cui non possono toglier merito le numerose inesattezze ed omissioni, inevitabili da parte di uno straniero. E chiaro che il Sig. Blanchet ha consultato con ogni diligenza la nostra letteratura numismatica, non escluse le pubblicazioni più recenti; — questa cura delle fonti bibliografiche è, del resto, una delle più spiccate caratteristiche di questo libro eminentemente moderno, come un’altra caratteristica è l’evoluzione, ancora adombrata, ma pur discernibile, verso il compenetramento della tendenza teorica colla tendenza pratica. Veggasi in proposito, verso la fine del tomo secondo, l’Aperçu sur la valeur marchande des monnaies, médailles, etc; è un capitolo breve, e scritto solo pei francesi, ma esprime pur sempre la tendenza, che appare anche in molti altri punti del libro, di giovare non