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296 | camillo brambilla |
nell’anno 773 passate le difficili chiuse mercè non ben determinati ma facilmente designati ausiliari, era giunto a Verona, poi a Roma per ossequiarvi il pontefice confermando le famose donazioni fatte dal padre Pipino, nell’anno 774 dopo un assedio di oltre otto mesi prendesse Pavia, facendo prigione Desiderio, che seco condusse in Francia colla moglie Ansa, e che per tal modo ebbe triste fine il regno dei Longobardi durato poco più di due secoli.
Non è in nessun modo per me il caso di aggiungere parola su quell’ultimo e memorando periodo del dominio dei longobardi fra noi. Le molte questioni, cui la storia di quella nazione nel suo complesso, e per la catastrofe, che ne fu la conclusione ha dato luogo, furono ampiamente trattate da insigni scrittori. Sia lecito osservare che per quanto nei loro egregi lavori quei valentuomini sapessero elevarsi con proposito di schietta imparzialità, indipendente dai partiti e dalle idee preconcette, non poterono ancora raggiungere suffragio di comune e generale acquiescenza. Oggi poi quelle questioni sono fors* anche più difficili ad essere toccate, altri ostacoli aggiungendosi agli antichi derivanti dalle fonti stesse cui attingere, e che appaiono e sono eccessivamente partigiane.
Per l’assunto che io doveva propormi bastami aver posto in sufficiente evidenza il fatto che la città di Sutri come fu una delle prime ad essere occupata dai longobardi nel ducato romano, fu anche una di quelle più frequentemente ripresa, ed una poi delle ultime ad essere sgombrata.
Se si pon mente alle condizioni in cui trovavasi re Desiderio negli anni 772 e 773, quando avvertito del minacciato ed effettivo intervento di Carlo Magno coi Franchi, esso stava per prendere le estreme sue risoluzioni, sia per procedere dalla forte posizione di Sutri verso Roma onde tentare di rendersi rapidamente padrone, ovvero per raccocogliere ogni sua forza e ritrarsi a difendere la sua capitale, si può ben comprendere come in lui sorgesse il pensiero di constatare il suo possesso su quella città, baluardo e difesa del ducato romano, facendone scolpire il nome in