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288 camillo brambilla

alla Selva magna, la quale si sa essere nel territorio appunto di Sutri.

M’importa però di qui accennare che, se il concetto di attribuire a Sutri il nostro tremisse si trovava abbozzato nella mia mente appena essa fermossi sul brano dell’Anonimo Ravennate riferita dal Bussi, e con ciò era resa in me più acuta la brama di possederlo, il forte dubbio, che ciò pur potesse effettivamente verificarsi, e la non esclusa possibilità che avuto modo di una prolungata o tranquilla considerazione del singolarissimo pezzo, questa aprisse il varco a diverse conclusioni, mi distoglievano dall’insistere attivamente in uno studio, che rimaneva ne’ miei propositi, ma in certo modo sospeso, in quanto la direzione poteva esserne per avventura errata.

Ma come già ho esposto mi riuscì dopo tanti anni di avere quel tremisse, e di conformarne con scrupoloso esame ed in via assoluta, l’interpretazione. Compiutone pertanto, secondo poteva riuscire, lo studio, mi è data la soddisfazione di comunicarne la conclusione ai colleghi amatori della numismatica.

Mia prima cura, dopo essermi assicurato della giusta ed inappuntabile interpretazione delle leggende, ed aver quindi ripresa l’indagine colla guida già fissatami, fu di accertarmi, che esatta fosse la citazione di Feliciano Bussi riguardo all’Anonimo Ravennate di cui mancavami ogni edizione. Qui mi soccorse la compiacenza del Dott. Paolo Orsi della Biblioteca Nazionale di Firenze, che oltre avermi fatto certo per riguardo al Sudrio della relativa concordanza colla edizione primitiva fatta dal Percheron nel 1688 sul codice della Biblioteca Nazionale di Parigi, mi diede notizia della edizione più recente, che dell’Anonimo Ravennate erasi fatta dai sigg. Pinder Parthey1. Su questa ho potuto io stesso constatare a pagina 285 sussistere letteralmente il Sudrio ad indicare la città di Sutri. Né può esservi dubbio

  1. Ravennatis Anonimi Cosmographia et Guidonis Geographica, Berolini, 1860.