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tremisse inedito al nome di desiderio, ecc. 281

versità1 e quindi anche a chi scrive2. Poco per vero poteva il richiesto avviso essere agevolato da quelle impronte fatte su cera lacca di vario colore e quasi a modo di suggello, e quindi ogni cenno dovette limitarsi a confermare il molto pregio del cimelio, in quanto era indubbiamente un genuino tremisse battuto per re Desiderio, lasciando affatto impregiudicata la tesi della località distinta al rovescio del pezzo coll’onorevole predicato di FLAVIA, e solo negativamente semplificandola coll’escludere il TICINO ed il MEDIOLANO a cui le lettere scolpite dopo quella parola non si prestavano in nessun modo. Il professore Turroni ebbe poi anche opportunità di vedere, e forse ripetutamente, presso il proposto Galletta a San Colombano il nostro tremisse, ma non mi consta, che formulasse determinata opinione sulla leggenda del rovescio, il che anche a me non riusci, allorchè la compiacenza del possessore me ne offriva possibilità in una visita, ohe appositamente io gli volli fare.

Allora però io feci precisa annotazione dei caratteri di quella leggenda, e lo studio che le dedicai nella quiete domestica, ripassando libri e storie, che mi trasportassero colla mente all’epoca dell’ultimo re dei longobardi, e quasi mi ponessero in mezzo alle sue vicende, ed ai luoghi, che esso ebbe, riebbe e perdette, mi apri uno spiraglio di luce, che tentai fissare ed ampliare, siccome l’ansia numismatica voleva e suggeriva. Senonchè a compiere quello studio e renderne sicuri e più evidenti le conclusioni, vedevo l’assoluta necessità di avere nelle mani il prezioso tremisse, non fugacemente, e per qualche istante concesso da gentile compiacenza, ma con ogni agio come solo avviene di cosa propria. L’ottimo proposto Gallotta peraltro che se lo avea

  1. Gerolamo Turroni era erudito e coltissimo professore di storia, e teneva presso il nostro Ateneo le veci del mancante professore di archeologia, conservandone il gabinetto ed il medagliere. Morì nell’anno 1864.
  2. Ebbi le impronte a mezzo del benemerito proposto della Basilica reale di San Michele don Federico Cattaneo, defunto nel 1864, e che era amicissimo del Galletta.