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258 bernardo morsolin

nel novembre del 1511, s’intrattenesse fino all’anno 1517, in cui la città restituivasi per trattato alla Repubblica di Venezia. Lo fa congetturare, non fosse altro, la poca o nessuna sicurezza, comune al resto della Venezia, corsa e ricorsa ora dalle armi della Repubblica e ora dalle orde de’ Confederati. In questo periodo, tra il 1511 e il 1517, è a credere si coniassero le medaglie, delle quali si è fatta parola. E al conio dovevano contribuire, mi pare, l’atteggiamento e la fama d’Amazzone, ond’Isabella entrava in Verona. Vero è che dopo il 1517 ella viveva ancora per parecchi anni; viveva almeno fino al 1528, in cui dettava, come attesta il Da Schio, il suo testamento; ma non per questo vuolsi pensare che le condizioni le si volgessero così propizie, come avanti la restituzion di Verona. Ricuperata la città, andava mi pare, da sé che Isabella dovesse considerarsi e trattarsi anche da’ Veneti non altrimenti che i molti fuorusciti vicentini, i quali, fatta la tregua, tornavano in patria. E, sia che vivesse in Vicenza, o che fermasse altrove la sua dimora, non è nemmen presumibile ch’ella volesse nuocere al tornaconto proprio, e a quello de’ figli rinnovando con la coniazione delle medaglie la memoria d’un fatto, che avrebbe potuto arrestare o rendere almeno difficili le buone relazioni con la Signoria.