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24 francesco gnecchi

più copiosa di Contrassegni), e nella serie consolare del R. Gabinetto di Brera1. Come necessario corredo al disegno dò nel prospetto che segue l’indicazione di quegli elementi che vi possono servire di schiarimento, ossia: la identificazione della moneta su cui il Contrassegno si trova, mediante riferimento ai numeri di Babelon per quelle della Repubblica e di Cohen per le imperiali, l’indicazione della famiglia a cui la moneta appartiene, nonché il nome del monetario che la fece coniare e la relativa data, e finalmente se il Contrassegno si trova sul dritto o sul rovescio della moneta. Due altri elementi, il peso e la conservazione, che forse a taluno potrebbero sembrare interessanti, io ho ommesso, ed eccone le ragioni. È indubitato o almeno più che probabile, che il peso dovette avere la sua influenza al momento che il Contrassegno venne stampato sulla moneta, anzi con tutta probabilità ne fu la causa determinante, come lo fu di tutte le contromarche in genere.

Ma, se ci è facile avere il peso attuale della moneta, non ci è assolutamente possibile aver quello che essa aveva al momento in cui il Contrassegno vi venne impresso, il quale peso sarebbe il solo interessante.

Dacché noi ignoriamo quale circolazione e quindi quale diminuzione di poso abbia subito la moneta dopo d’esser stata contrassegnata, il peso attuale delle monete viene ad essere per noi un elemento affatto inconcludente; e il medesimo ragionamento valga anche per la conservazione. Perciò ho omesso l’una cosa e l’altra, e mi limiterò a fare qualche accenno

  1. Appartengono alla mia Collezione le monete portanti i 481 Contrassegni disegnati da A-1 a M-26, e a quella di Brera gli altri 117 da O-14 alla fine.