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194 francesco gnecchi

quello colla leggenda PROVIDENTIAE AVGG e la porta di campo, (il quale non può altrimenti giudicarsi che ibrido, il rovescio non potendo esser stato fatto per una moneta di donna, e dovendo evidentemente appartenere a Costantino oppure a Licinio), non ci resta che quello col rovescio SECVRITAS REIPVBLICE, quale sua moneta, dirò, ordinaria e con un rovescio pure ad essa consono, raffigurante cioè Elena stessa o, se si vuole, la riproduzione del monumento a lei innalzato da Costantino nelle vicinanze d’Antiochia1.

L’acconciatura del capo d’Elena è sempre la stessa, ossia capigliatura inalzata sul capo con diadema di foggia pur diversa. Si osservino tutte le monete di Elena e specialmente la serie di teste che ho riprodotto nella tavola dal N. 20 al 31 rappresentanti altrettante varietà d’acconciatura.

Di Fausta conosciamo, come sue monete ordinarie, quelle portanti le leggende: SALVS REIPVBLICAE e SPES REIPVBLICAE, sempre colla medesima rappresentazione di Fausta coi figli. — Il busto di Fausta, meno rarissime eccezioni, è sempre rappresentato senza diadema e con capelli ondati e annodati dietro la nuca2.


  1. Fu il Lenormant (art. cit. pag. 98, 99) che propose di interpretare la figura femminile piuttosto che per Elena stessa, pel monumento a lei fatto erigere da Costantino a Dafne sobborgo d’Antiochia, anzi dal nome δάφνη (lauro) argomenta che il ramo sia di lauro; quanto a me, stante la somiglianza e direi quasi la simmetria delle monete d’Elena con quelle di Fausta, vedendo su queste ultime Fausta stessa coi figli; inclino a vedere Elena in persona sulle sue monete.
  2. Fra una quarantina di piccoli bronzi di Fausta provenienti da diverse parti io non ne ho trovato che uno col capo diademato, (Vedi Tav. 4 N. 12) e credo quindi abbia torto il Cohen di non avvertire la rarità di questo tipo assolutamente eccezionale.