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appunti di numismatica romana | 193 |
Il medesimo ragionamento dovremmo ripetere per l’altro bronzo colla leggenda SECVRITAS, la cui figura Cohen interpreta dubitativamente per Elena per la Sicurezza, mentre questa seconda interpretazione non è per nulla giustificata dal tipo. Il piccolo bronzo d’Elena ci offre una figura femminile che tiene un ramo; ma ognuno sa come la Sicurezza sia sempre ben altrimenti rappresentata. L’apparizione del nuovo bronzo colla medesima figura e la leggenda SPES rinforza l’argomentazione e ci persuade ancora una volta che il tipo non è la personificazione della deità annunciata nella leggenda. Date dunque le leggende SECVRITAS, SALVS e SPES REIPVBLICAE non rispondenti oggettivamente ai tipi rispettivi, così nelle monete d’Elena come in quelle di Fausta, parrebbe ovvia e naturale la seguente interpretazione. La SECVRITAS della Repubblica, ossia dell’Impero, era nelle mani e nella persona d’Elena madre dell’imperatore Costantino rappresentata coll’attributo di pace (il ramo d’ulivo); la SALVS e la SPES dell’impero erano particolarmente nelle mani e nella persona di Fausta moglie di Costantino e madre dei figli, che dovevano continuarne l’impero.
Un esame comparativo poi delle monete di Elena con quelle di Fausta ci persuaderà che il tipo della donna col ramo è Elena, mentre il tipo della donna coi due bambini è Fausta coi figli Costantino II e Costanzo II, anche quando si trova sulle monete d’Elena.
Difatti, se dai piccoli bronzi di Elena Augusta comunemente conosciuti e descritti da Cohen, togliamo quello colla leggenda PIETAS ROMANA, il quale, come abbiamo veduto, è un quinario postumo, e