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appunti di numismatica romana 185


ELENA.

(prima moglie di Costanzo Cloro e madre di Costantino Magno).


1. Piccolo Bronzo. — Dopo Cohen 6.

D/ — FL HELENA AVGVSTA
Busto a destra coi capelli ondati.

R/ — SALVS REIPVBLICAE
Fausta1 di fronte rivolta a sinistra con dae bambini (Costantino II e Costanzo II) in braccio. All’esergo SMALA

(Tav. IV, N. 1).


2. Piccolo Bronzo. — Variante Cohen 7.

D/ — FL HELENA AVGVSTA
Busto diademato a destra.

R/ — SECVRITAS REIPVBLICE2


  1. Vedremo in seguito il perché di tale interpretazione.
  2. Una curiosa anomalia ortografica si verifica nelle monete d’Elena, in cui il genitivo femminile ora è scritto col dittongo, ora senza. Da qualche numismatico, e fra questi anche da Eckhel, fu annessa a mio parere soverchia importanza a tale anomalia, tanto da farne anzi nn argomento per attribuire le monete piuttosto a Elena di Giuliano che a Elena madre di Costantino. Anche senza considerare però che di simili genitivi abbiamo altri esempi in monete d’epoca intermedia fra Costantino e Giuliano II, per esempio in alcune di Costanzo II e di Magnenzio e anche in monumenti epigrafici — numismatici non so — fino dal tempo di Probo, ormai l’attribuzione delle monete d’Elena è così sicuramente per altre ragioni stabilita, che non può esser mossa in dubbio da tale piccola variante ortografica, la quale si deve necessariamente ritenere per possibile all’epoca di Costantino, come è ammesso che lo fosse pochi anni dopo e forse anche alcuni anni prima. Se poi si considera che l’anomalia si ripete colla massima regolarità a seconda delle leggende, e che cioè abbiamo costantemente e senza alcuna eccezione: salvs reipvblicae e spes reipvblicae, e invece: secvritas reipvblice, io crederei di non appormi male ritenendo che una semplice legge di economia epigrafica abbia deciso dell’adozione dell’uno dell’altro genitivo. Dal momento che l’uno e l’altro erano nell’uso, il dittongo si omise unicamente col secvritas, quando cioò la parola antecedente era più lunga, onde meglio distribuire la leggenda. Comunque sia, è necessario ammettere che il genitivo senza dittongo era adoperato al tempo di Costantino o per lo meno dall’anno 325 in cui viene collocata remissione delle monete d’Elena.