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di un medaglista anonimo mantovano 115

arte, ed evidentemente le era già stato presentato in qualità di compatriota. Egli la conosceva dunque da faccia a faccia, e probabilmente non aveva trascurato di modificare dal vero i lineamenti di Bianca, che gli erano stati trasmessi dapprincipio per mezzo di un ritratto di alcuni anni prima. Bisogna riconoscere a sua lode che sotto la sua mano essi hanno acquistato in grazia, a paragone del primo schizzo.

Dopo quanto ho esposto, non mi perito ad attribuire il foglietto di Venezia all’artista mantovano. Quel foglietto non è uno studio dal vero, di mano d’Ambrogio de Predis, pei suoi ritratti, ma piuttosto lo studio di quell’intagliatore di conii, da quei ritratti d’Ambrogio, pel suo testone e la sua medaglia.

Perchè l’intagliatore non sia rimasto fedele al suo primo progetto e non abbia rappresentato il Bambino in grembo alla madre, in atto di benedire, non saprei dirlo, ma in compenso egli ci ha dato una graziosissima immagine della Vergine che porge il seno al Bambino. E ciò è il punto di partenza che deve servirci a ricondurre in patria l’artista. Poiché noi troviamo lo stesso gruppo, colla leggenda: Virgo Dei Genitrice quantunque senza le testoline d’angioli in giro, su monete d’argento mantovane che furono coniate durante il marchesato di Gian Francesco II (1484-1519). Il Gabinetto imperiale di Vienna ne possiede due, le quali differiscono l’una dall’altra soltanto per gli emblemi del rovescio: la prima (Tav. II, n. 4) reca il crogiuolo tra le fiamme 1, l’impresa

  1. Portioli, La zecca di Mantova, parte I, pag. 86.