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di un medaglista anonimo mantovano 109

lavoro più ponderato, e quindi io mi atterrò preferibilmente ad esso.

Tutto ciò che si trova sul disegno di Venezia, si trova anche sulla medaglia e sul testone, tanto il Gesù Bambino quanto le due teste dell’imperatore e della di lui consorte, queste ultime collo stesso carattere e rappresentate allo stesso modo, ma tutto in senso inverso. Oltre a questo parallelismo, per dir così, che si riscontra fra la moneta e la medaglia da una parte e il disegno dall’altra, è anzitutto la piccolezza di quest’ultimo, che mi decide ad attribuirlo al medesimo artista che lavorò quei due pezzi. Chi disegna a questo modo non può essere evidentemente fuorché un artista avvezzo a lavorare in piccolo e che pensa di eseguire ancor più in piccolo i suoi progetti, quindi in ogni caso come fa un orafo od un medaglista, ma non mai come fa un pittore di ritratti pei suoi studi dal vero. Per tal ragione questi studi non possono aver servito ad Ambrogio pei suoi ritratti di grandezza naturale, anche ammettendo ch’egli abbia avuto i primi insegnamenti dal suo parente Cristoforo Preda che era un miniatore, e all’occasione abbia eseguito miniature egli stesso, come nel Libro del Jesus della Trivulziana. Almeno avrebbe dovuto fare questi schizzi per un altro scopo, diverso da quello di cui ci occupiamo. Tuttavia mi sembra inutile di andarlo cercando, dal momento che lo scopo del foglietto risulta così chiaro dal confronto colla medaglia e col testone.

Non si vuol passare sotto silenzio che tra i progetti e i pezzi eseguiti vi sono alcune differenze. Per cominciare dalla più importante, su questi il Bambino non è rappresentato in atto di benedire