frugò negli archivi e nei pubblici e privati musei, ed attivando una vasta corrispondenza co’ personaggi più dotti che in quel tempo onoravano la penisola, da tutto e da tutti ritraeva cognizioni sempre più ampie. Accumulato per tal modo un immenso tesoro di materiali, venne nel divisamente di dotare la patria italiana d’un’opera che doveva contenere, insieme colla storia, l’illustrazione completa delle monete e zecche italiane del medio evo e moderne. Però non osando sperare di poter da solo ridurre ad effetto sì vasto disegno invocò l’aiuto e la cooperazione dei più chiari numismatici della penisola. Per tal fine aprì e mantenne un esteso e vivo carteggio con essi, molti de’ quali applaudendo alla generosa impresa gareggiarono nel somministrargli ciascuno qualche scritto sulle monete della loro città natía, o di que’ paesi, di cui in modo più speciale avevano studiato la storia economica1. Il primo volume della Nuova raccolta, che dovea far séguito a quella dell’Argelati, uscì in Bologna nel 1775 coi tipi di Lelio della Volpe stampatore
- ↑ Per dare un’idea delle vaste ricerche e dell’importanza del carteggio dello Zanetti basterà accennare col Fantuzzi, suo biografo, i nomi dei dotti suoi contemporanei, cui ricorse, e dai quali ottenne le lettere, i trattati e le dissertazioni, che rendono preziosa ed immortale l’opera sua: Valenti Gonzaga e Stefano Borgia, Cardinali; Pompeo Compagnoni, vescovo di Osimo e di Cingoli; Giovanni Agostino Gradenigo, vescovo di Ceneda; Canonico Marchese Giovanni Iacopo Dionisi; Canonico Rambaldo degli Azzoni Avogadro; Cav. Ab. Girolamo Tiraboschi, bibliotecario del Duca di Modena; Padre Ireneo Affò, bibliotecario del Duca di Parma; Ab. Gaetano