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568 | andrea markl |
Caratteristica principale: La lettera V è per lo più tronca in basso, e formata di due aste unite da una barra orizzontale (\ /).
I brevi nastri della corona, a differenza di quelli lunghi che in parte si adattano al collo, hanno sempre la forma e la larghezza delle punte della corona (\/\/).
Il sig. Lépaulle non registra che le sigle p, s, t, q, come per Gallieno. Ma non è lecito di trascurare arbitrariameute le prime sigle I e II: — ricorderò ancora una volta la «catena» cui ho già ripetutamente accennato, perchè appunto queste sigle sono gli anelli di congiunzione con Gallieno, il quale pure non coniò in questa zecca che in due officine, e non in quattro. Pare che il sig. Lépaulle non conosca le monete di Gallieno segnate I e II, — le quali del resto non sono rare, — poichà egli non considera che l’ultima emissione di Claudio, e per questo è caduto nell’abbaglio di assegnare a Biscia le monete di Claudio segnate p, s, t, q, ciò che non gli sarebbe accaduto se avesse posto mente alla caratteristica principale che ho dato per quella zecca.
La serie p, s, t, q di Gallieno esisteva già sotto Valeriano. Un’altra serie di quest’imperatore, colla testa un po’ più piccola, ci dà 6 officine, e reca le sigle p, s, t, q, v, vi, tanto nel campo che nell’esergo.
Entrambe queste serie non presentavano alcun interesse per me, perchè essendo fra le prime serie non offrivano attinenza con Claudio, e perciò non mi curai d’indagare a qual zecca dovessero attribursi; credo tuttavia che l’ultima appartenga a Roma.
Vi è una gran quantità di monete di quest’imperatore, di tal periodo, ed evidentemente doveva esservi allora un arbitrio straordinario nella preparazione dei conii coll’effigie imperiale, senza regole fisse, talché, se non si ha a propria disposizione un copioso materiale, non è impresa da pigliare a gabbo lo sceverare con sicurezza queste monete secondo la zecca.
Soltanto colle ultime emissioni di Gallieno vediamo adottato un sistema meglio definito nella coniazione delle singole