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serdica o antiochia? 561

tori, il cui merito, su questo punto, si riduce ad aver trascritto ciò che dice Trebellio Pollione.

Possiamo adunque ammettere, con fondamento di ragione, che Quintillo abbia regnato 2 mesi, tempo sufficiente per far pervenire alla zecca di Antiochia le istruzioni per la coniazione delle monete del nuovo imperatore.

Anche sotto il regno susseguente di Aureliano, la zecca di Antiochia rimane ancora per qualche tempo inattiva, poiché, a detta di Rohde, mancano le monete del I periodo di quest’imperatore; non è che nel II periodo che vediamo comparire le monete di Vaballato con Aureliano, segnate anch’esse di nuovo con lettere greche, come sotto Claudio, ma colle officine aumentate da 9 a 10.

Ma queste monete non sono antoniniani, come si vede già dalla testa laureata di Vaballato; esse sono anche di modulo alquanto minore dei veri antoniniani di Vaballato col titolo di Augusto.

Se il mio amico Rohde assegna gli antoniniani di Vaballato a Tripoli, — unico punto questo, su cui i nostri pareri discordano, — egli è condotto a tale attribuzione dalla circostanza che sulle monete della zecca di Antiochia non si riscontra la stella, che figura invece nel campo delle monete di quest’imperatore.

Questa conclusione non mi sembra tuttavia ineccepibile, poiché la stella non si può menomamente considerare come distintivo di una data zecca, dal momento che la troviamo nelle seguenti zecche e sotto i seguenti imperatori:

in Tarragona, sotto Aureliano e Probo;
in Lione, sotto Tacito e Floriano;
in Siscia, sotto Gallieno, Claudio, Aureliano, Tacito e Probo;
in Serdica, sotto Aureliano, Tacito, Floriano e Probo;
in Tripoli, sotto Aureliano e Probo;
in Tiro? sotto Tacito;

vale a dire nella maggior parte delle zecche, ma non sotto tutti gl’imperatori; sotto Quintillo manca assolutamente.

Del resto, il significato della stella, che si trova già di frequente sulle monete imperiali antecedenti, non è stato ancora