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554 | andrea markl |
vesci del precedente imperatore, — nell’anno 268, prima ancora che scoppiasse la guerra contro i Goti, abbia cessato di coniare e sia stata trasferita nella città fortificata di Cizico, mentre contemporaneamente abbia finito di funzionare la zecca provinciale che quivi esisteva.
Con questa supposizione coincide per l’appunto la circostanza che le monete provinciali battute in Cizico coll’effigie di Claudio sono rarissime, non conoscendosene che due conii diversi, mentre le altre zecche provinciali, come Antiochia di Pisidia e Sagalasso, a giudicarne dalla copia delle monete che ce ne rimangono, dovrebbero senza dubbio aver continuato a coniare anche durante la guerra contro i Goti.
Rimane ora soltanto da indagare come si spieghi il fatto che le monete di Gallieno coniate in Antiochia e quelle coniate in Serdica hanno, in parte, caratteristiche comuni.
La zecca di Serdica dovrebb’essere stata istituita, secondo ogni probabilità, da Gallieno, e più precisamente sotto il suo dominio esclusivo, in sostituzione della zecca siriaca che nel 260 era caduta in potere di Macriano e Quieto, e dalla quale verosimilmente le truppe che stanziavano in Tracia e nell’Asia Minore si fornivano del denaro ad ese necessario, — poiché la segnatura per mezzo di punti, che colà si usava sotto di lui e di suo padre, era pure stata applicata nella nuova zecca sostituitale, forse soltanto dapprincipio per distinguere le monete colle indicazioni di officina, ma non già costantemente come si osserva ancora sotto Claudio.
Gallieno del resto, — prima, o dopo, o nello stesso tempo, — e probabilmente per lo stesso motivo, istituì una zecca imperiale anche in Antiochia di Siria, come ho dimostrato nella mia dissertazione sulle monete di Claudio.
Quale fra queste due zecche sia entrata in attività per la prima, si potrebbe probabilmente stabilirlo, in ispecie per mezzo delle monete datate, ma per giungervi converrebbe avere a propria disposizione un materiale abbondante, ciò che non è il mio caso.
Comunque, la zecca di Serdica coniava già nell’anno 265, come risulta dalla moneta p m tr p xiii c vi p p (Cohen 255 e