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e collo stesso panneggiamento, sulle monete della prima emissione di Cizico (Fig. 16, n, 18), in modo da palesare a prima vista la mano dello stesso artefice.

Da quanto abbiamo esposto sin qui, si deduce con tutta sicurezza la strettissima relazione e la immediata successione delle serie:

spqr di Gallieno;

spqr di Claudio e prima emissione di Cizico dello stesso imperatore.

Ma se si considera la circostanza che la moneta imperiale di Claudio, la quale presenta le identiche caratteristiche della serie spqr dello stesso imperatore, si vede comparire improvvisamente a quest’epoca in Cizico, dove prima non vi era una zecca imperiale, se ne può conchiudere a buon diritto che la zecca da cui questa serie è uscita deve aver cambiato di poeto.

Poiché queste monete di Claudio, come si è detto, appartengono soltanto all’anno 268, il trasporto della zecca a Cizico dovrebbe aver avuto luogo verso la fine dello stesso anno, oppure, al più tardi, sul principio del 269; è chiaro inoltre che vi deve essere stato un grave motivo perchè si ordinasse questo trasporto, per così dire sotto gli occhi delle orde dei Goti, che con forze enormi stavano riuniti sulla sponda sinistra del Danubio, e che da un momento all’altro potevano far irruzione nelle provincie danubiane.

Involontariamente ci si affaccia l’ipotesi che la zecca in questione si trovasse compresa nel probabile teatro della guerra, talché all’aprirsi delle ostilità non si potesse più farvi sicuro assegnamento.

Se consultiamo la carta di tale territorio, vi notiamo subito la città di Serdica (l’odierna Sofia in Bulgaria).

Serdica, come la città più importante della Mesia Superiore, e capitale della Dacia, per la sua situazione sulla grande via degli eserciti si prestava in modo specialissimo ad esser sede di una zecca, ed aveva già avuto zecca sotto gl’imperatori precedenti.