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che esse tutte appartengono alla zecca di Antiochia; viene poi all’erronea conseguenza che la moneta di Gallieno col rovescio p m tr p xvi1 che ha nel rovescio spqr, appartenga ai primi due mesi dell’anno 268, e giunge poi, come si vedrà in séguito, all’altrettanto ardita quanto falsa conclusione, che il spqr sia l’unica sigla2 che si riscontri sulle monete di Claudio battute in Antiochia.

Ora, confrontando attentamente tutte queste monete di Gallieno fra loro, si rileva che presentano tuttavia piccole differenze, specialmente nella forma delle lettere.

Se noi consideriamo le monete segnate p xv e vii c, che indubbiamente appartengono alla zecca di Antiochia, ci colpisce anzitutto la forma relativamente rigida delle lettere, in ispecie nel rovescio.

Questa caratteristica, come pure lo stile delle monete, rimangono costanti in questa zecca, come vedremo in séguito, sino alla fine del regno di Gallieno, e si trasmettono tali e quali anche alle monete battute da Claudio.

Le serie invece che hanno c vi pp, im ramo, oppure spqr all’esergo, si comportano diversamente.


  1. Questa moneta non si trova in mio possesso, ma appartiene al signor Magg. Ottone Vötter, e non venne letta bene dal sig. Lépaulle, sull’impronta che gliene mandai; infatti egli ne dà la leggenda erronea p m tr p xvii.
  2. Anche le iniziali spqr non sono sigle o lettere monetarie, più che noi siano le date di regno sulle monete; esse formano parte della leggenda. Si può comprendere ora come il sig. Lépaulle dica: Ce sigle spqr est également le seul employé par l’atelier d’Antioche pour les pièces du règne de Claude le Gothique, ma è inconcepibile come mai egli passi sotto silenzio le vere lettere monetarie dall’a all’h con cui sotto Claudio questa zecca segnava le monete, lettere sulle quali io aveva pur attirato la sua attenzione. Tuttavia, questa serie così contrassegnata, esiste; e quindi, se essa non appartiene ad Antiochia, e poiché non può esser assegnata a nessuna delle altre cinque zecche, deve esservi stata in attività sotto Claudio un’altra 7a zecca; e ciononostante il sig. Lépaulle, precisamente come me, non enumera che le sei zecche da me accennate di quest’imperatore. Io non posso che ripetere ciò che ho detto da principio: alla catena formata dalle nostre serie imperiali, non si può togliere od aggiungere arbitrariamente un solo anello, senzachè la lacuna o l’aggiunta non balzi immediamente agli occhi.