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538 | andrea markl |
ricerche, non mi sono circoscritto alle mie osservazioni ed esperienze personali, ma ben ho proceduto di conserva coi miei amici numismatici, i signori specialisti Teodoro Rohde (Aureliano e Severina), Giuseppe von Kolb (Tacito e Floriano), Dr. Alessandro Missong (Probo), e Francesco Trau (da Caro a Costantino I), e che soltanto per mezzo dello scambio di tutte le nostre osservazioni ed esperienze era possibile di rintracciare quali fossero le zecche imperiali allora in attività, ciò che sarebbe stato assai probabilmente inattuabile da parte di un solo cioè senza la più vasta cognizione delle monete dell’antecessore e del successore di ciascun imperatore.
Senza diffondermi a far risaltare i meriti del Dr. Missong, rapito troppo presto agli studi, e conosciuto anche fuor di patria come valente numismatico e profondo pensatore, e del suo premorto amico von Kolb, le cui ricerche sono ormai fatti acquisiti alla scienza, mi limito a far notare che, nella mia attribuzione delle monete di Claudio alle varie zecche, mi trovavo in perfetto accordo con quegli scienziati.
Quest’accordo non va inteso soltanto in senso teorico, ma risulta invece a prima vista dal vastissimo materiale monetario adunato da ciascuno di noi tre, nel qual materiale si può leggere come in un libro.
Da esso ci balza agli occhi evidente la connessione delle monete di ciascuna zecca, secondo l’ordine cronologico degl’imperatori; e ciò non soltanto nella particolarità che i rovesci dell’ultima emissione di ciascun imperatore sono per lo più eguali a quelli della prima emissione del suo successore, ma anche in questo, che, oltre le stesse caratteristiche nella forma delle lettere e nello stile delle monete di tali emissioni, qualcosa della somiglianza del ritratto si trasmette dall’antecessore al successore.
Tutto il complesso, mercè il modo perfetto in cui era sistemata la coniazione, che evidentemente veniva sorvegliata dalla direzione centrale, forma per così dire una catena tanto regolare che non è possibile di toglierne o di aggiungervi a capriccio un anello, senza che ciò non si vegga subito.
A quel modo che un provetto pittore, appena col gettare lo sguardo su di un quadro, riconoscerà a quale scuola e a qual