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le medaglie di giuditta pasta 533

saggio di mimica valentia. Il Conte Marchetti, per lunga dimora diventato bolognese, in un’ode all’idolo del giorno ne aveva già cantato i meriti, traendone argomento a stimmatizzare l’ignoto Genio che spinto dall’irto Borea, aveva percorso il bel cielo italico. Ed ecco la Pasta trascinata fra le beghe letterarie di classici e romantici!

Mm. 42.

D/ ― A — GIUDITTA PASTA — NEL MAGISTERO DEL CANTO — PER GIUDICIO D’ITALIA — NELL ARTE DEL GESTO — PER CONSENSO DI FRANCIA ― MARAVIGLIOSA ― I SOCI DEL CASINO ― DI BOLOGNA ― GRATI PLAUDENTI - 1829.

R/ — Corona d’alloro. Campo liscio.

(Arg. e br., Civico Museo di Como).


Non vollero essere da meno dei Bolognesi e dei Milanesi, i Veronesi. Nel carnevale del 1830, la Pasta cantò a Verona nel Teatro Filarmonico: taccio i soliti applausi, i soliti trionfi, i soliti componimenti poetici.

L’istituto filarmonico degli Anfioni, per onorare la Pasta divisava far coniare una medaglia, e ne diede incarico al Putinati, “il quale la eseguì in brevissimo spazio di tempo, con sorprendente bravura e perfezione”1.


  1. I Teatri, Giornale drammatico, musicale e coregrafico. Milano, Truffi, 1830, pag. 121.