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512 | giuseppe ruggero |
inferiori della prima R della fig. 2, e con la seconda R della fig. 3, riesce evidente la ricomposizione della leggenda solita in c . r . r . a . su questi minuti, corrispondente a quella c . r. r . m . che io riteneva fin dal 1878 per il primo minuto dell’Ottaviano. Questa adunque sarebbe la realtà dei fatti, sebbene la ipotesi presentata dall’illustre Desimoni meritasse molta considerazione, perchè fondata sulla leggenda dell’aurea medaglia del Giano, già appartenente alla famosa collezione del Principe di Montenuovo. Né credo mi si voglia opporre che la seconda R della fig. 3 non essendo intera possa mettere in dubbio la leggenda consueta. Questa R non è compiuta per uno di quegli inconvenienti dei quali si è fatto cenno più sopra, ma la parte media che ne rimane ben delineata e rilevata, con la sua estremità inferiore ben distinta, non lascia alcun dubbio sulla lettera alla quale appartiene, escludendone qualunque altra.
Per la mancanza dell’impressione sul lato sinistro del dritto nella fig. 3, siamo ancora privi al presente della seconda parte della leggenda dei minuti dell’Ottaviano. Nella fig. 2 si hanno traccio delle inferiori estremità di alcune lettere, ma in condizioni tali da non potersi aflfermare che facciano veramente parte di un D ed un I, come sembrerebbe probabile.
Se queste varietà di minuti e le conclusioni che ho creduto di dedurne, non sembreranno abbastanza importanti al lettore, egli troverà forse un compenso nella notizia di una inedita moneta genovese, della quale l’unico esemplare si conserva nel ricco medagliere del Cav. Ercole Gnecchi a Milano. È la metà del ducato di Francesco Sforza.