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compendio storico di quindici zecche italiane 505

uno stile e dei contrassegni suoi proprî; per crederla padovana concorrono più indizî: l’esistenza della zecca, la politica viscontea, di cui fu gran maestro il famoso Conte di Virtù, intesa a lusingare da principio i popoli conquistati, colle antiche reminiscenze salvate, e gli esempi già veduti, in particolare del principe di cui stiamo parlando, a riguardo delle zecche di Verona e di Siena. Gli eruditi, frugando nei polverosi archivî, potranno chiarire questo punto oscuro della numismatica loro patria1.


  1. Fino a prova in contrario, noi riteniamo che le trilline di Gian Galeazzo, le quali portano associato al nome di Milano quello di Padova o di Verona, siano state coniate nella zecca di Milano, tanto il loro tipo e la loro fabbricazione sono identiche a quelle che portano il solo nome di Milano. Avveniva spesso in quell’epoca che, o per maggior sorveglianza e garanzia nella battitura o per la maggiore comodità di aver gli artefici e gli istrumenti, si coniassero nelle metropoli o nei centri di residenza del principe, le monete destinate a testimoniare una nuova e minor signoria.
    Osservando le monete coniate in Milano, da Gian Galeazzo sino alla fino degli Sforza, noi troviamo che la maggior parte di esse portano, unito al nome di Milano, quello di Pavia, o di Genova o di Cremona, ecc. Quelle realmente battute nelle città secondarie del Ducato hanno naturalmente il tipo delle rispettive zecche e di solito qualche emblema della città, di cui portano il nome.

    (F. ed E. G.)