Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
504 | giovanni mulazzani |
biezza il diploma pubblicato dallo storico Orsato, concesso al vescovo Bernardo, ed il Brunacci che sentì diversamente1. Comunque sia la cosa, certi solamente siamo, che alla metà del 1200 la zecca di Padova era aperta, testificandolo grossi di prelibato argento coll’iscrizione: PADVA REGIA CIVITAS, pubblicati da Muratori e da me posseduti ed analizzati. Di questa sorta di monete, fabbricate nelle libere città d’Italia in quell’êra di generale riordinamento monetario, ne fu discorso indietro. Sopraffatta quella repubblica dai Carraresi, quella zecca prosegui a lavorare col nome e coll’insegna dei loro principi; finchè cessò di esistere per l’acerbo fato che colpì quella stirpe, estinta sotto la mannaja degli ambiziosi e crudeli oligarchi veneziani nel 14072.
Venti anni prima di questa tragedia, vale a dire nel 1387, Padova era caduta in podestà del nostro Galeazzo III Visconti, che la conservò fino alla morte, nel 1402. Ora, dell’intervallo di questa dominazione abbiamo una preziosa, rarissima moneta col predicato: D. MLI PADVE, di forma perfettamente consimile ad altra battuta qui da noi, colle sole parole: D. MEDIOLANI.
Sul dubbio quindi che possa aver sortito i natali nell’una piuttosto che nell’altra città, ragioni essendovi tanto pro che contro, debito mio era di far parola della zecca posta in riva al Brenta, come fu della precedente bagnata dal Mella.
Per figurar milanese la monetina in discorso, si appresenta la conformità del tipo, invero calcolabil cosa, poichè ogni zecca italiana di quei tempi aveva