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compendio storico di quindici zecche italiane 491

gran cuore, che aspirando a cingere la sua fronte del serto d’Italia; debellati prima gli Scaligeri e i Carraresi, assoggettata poscia Bologna e parte dello stato della Chiesa fino ad Assisi; poste le sue insegne a sventolar nell’uno e nell’altro mare, con Pisa e Padova in sua balìa, mirando ad impadronirsi della Toscana, la signoria ricercò ed ottenne di Siena nel 1391, che tenne fino alla sua morte nel 1402. In questo intervallo di tempo oro ed argento fu battuto all’antica forma, che descrissi repubblicana, con l’unica varietà di una biscietta nel vertice diritto, dov’è l’iniziale della città, per denotare con tale insegna il Sire che la dominava. Ignorati erano dai nostri scrittori questi tipi, quando il conte Litta li pubblicò nel 1828; conosciutissimi per altro si trovarono in Milano, provveduto essendone ogni Museo.

Caduto al cadere del famoso Conte di Virtù l’impero della vipera, e ritornata Siena alla pristina libertà, ha fine questo stampo singolare e raro.



X.

PARMA.

Dobbiamo al valore del maggior capitano del secolo XV, Francesco Sforza, se la Zecca di questa città aggiunge ornamento alla raccolta nostra.

Il Padre Affò ne scrisse degnamente una storia compita, dalla sua origine ai giorni nostri, pubblicata da Zanetti. Potrà ognuno ivi accertarsi, giacchè tutte le sue parole da documenti o da severe e giuste