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490 | giovanni mulazzani |
iscrizioni suonano ognora le stesse ed onorevoli ognora, senza marchio, vale a dire, d’imperante oltramontano: SENA VETVS CIVITAS VIRGINIS, nel davanti ed ALPHA ET OMEGA, PRINCIPIVM ET FINIS, di dietro.
Fino a che tempo abbia durato l’officina senese, la storia è solo quella che ce lo può indicare; nessuno di proposito ne scrisse finora1. Argelati ne tacque; Carli e Zanetti ne dissero di volo e poco. Sicuramente esistente nella prima metà del XII secolo, ha continuato per altri quattro, al XVI, fino a che quella città piegar dovette il capo nel 1559, al giogo mediceo, dopo di aver difeso valorosamente la sua libertà contro la potenza formidabile di Carlo V.
Ad onore di quei forti repubblicani, è da sapersi che, quando furono costretti a darsi per vinti agli imperiali nel 1555, popolo ed ottimati, sdegnando di sottomettersi, si ritirarono sul monte Alcino, presidiato da soldati francesi, e vi si sostennero per ben quattro anni con gloria; creati magistrati proprii, e battuta moneta, con iscrizione d’immortalità degna: RESPVB. SEN. IN MONTE ILYCINO, marcata degli anni 1555 al 1559, al di sotto della romulea Lupa lattante.
Officio mio sia in adesso di dar conto di quel tanto che ci appartiene di cotali monumenti della grandezza italiana; locchè fare non potrei, senza toccare il punto più luminoso della storia viscontea, in cui sta seduto maestosamente il terzo Galeazzo. E dirò di questo principe di gran mente e di
- ↑ Le Monete della Repubblica Senese, comprese quelle coniate a Montalcino, furono magistralmente illustrate dall’esimio Domenico Promis nella sua Opera: Monete della Repubblica di Siena, Torino, 1868: in 4° (con 8 tavole). Qualche altra moneta inedita comparve di poi in varii periodici ed opuscoli (Vedi Saggio citato).
(F. ed E. G.)