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30 giuseppe ruggero

in civitas ianva, principalmente per il motivo che la forma dell’a e dell’u indicavano che la moneta doveva essere di epoca molto più moderna di quella designata dalla leggenda del civitas. Egli affermava che tali lettere non si trovavano che nelle monete coniate circa al 1443; e per di più ricordava che il Lambros in un simile esemplare avea letto un O seguito da una specie di coda, dove io vedeva le lettere c i.

Per quanto io abbia tentato di trovare altra lezione soddisfacente, non vi potei riuscire. Ho due esemplari della moneta: nell’uno malconservato il ci non si legge molto bene, ma non si presta ad altra interpretazione: quello disegnato nella tavola è troppo evidente e non vi è modo di leggere in modo diverso. In quello citato più sopra come appartenente alla Società ed eguale ai miei, le due lettere sono meno leggibili, ma la prima mi pare un c chiuso come nei miei, e la seconda può essere benissimo un i.

Due lettere unite e poste tra due punti in capo alla leggenda, non possono rappresentare iniziali di zecca, perchè secondo gli usi si sarebbero messe una in testa ed una in coda come nei minuti dell’Adorno oppure tutte e due in fine della leggenda stessa. Circa alla lezione del Lambros, osserverò che è facile sbagliarsi tra un c chiuso ed un o, quando, come succede quasi sempre in simili pezzi, non si abbia una buona conservazione. Dal fatto, che l’esemplare mio presenta un e senza alcun dubbio, seguito immediatamente da un’altra lettera che quantunque mancante della parte superiore non può essere che i; e che gli altri esemplari presentano due lettere le quali si adattano benissimo ad esser lette in modo eguale, ritengo poterne dedurre che la prima parte della leggenda sia ci, da leggersi per Civitas.