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necrologia 419

così tenere aperta la Biblioteca anche nelle ore di sera, con grande vantaggio di coloro ohe debbono dar le ore del giorno al lavoro; aprì una nuova sala di lettura, comodissima; ideò e creò la sala manzoniana.”

Isaia Ghiron fu il tipo perfetto del bibliotecario moderno: nulla vi era in lui di pedantesco, di repulsivo, di scoraggiante pel pubblico, che anzi si sentiva attratto dalla sua squisita e dignitosa cortesia di vero gentiluomo. Nè egli rifuggiva infatti dal consorzio sociale, e la sua svariata cultura, la piacevolezza de’ suoi modi, lo rendevano ben accetto dovunque, come le doti della mente e del cuore gli avevano cattivato amici innumerevoli in ogni parte d’Italia.

“Giovare agli altri”, avrebbe potuto essere la sua divisa; e l’attività sua come Prefetto della Braidense, attività veramente mirabile, fu tutta rivolta infatti allo scopo di rendere utili, accessibili al pubblico i tesori anche più riposti della Biblioteca, di invogliare i cittadini a frequentarla, di invitarli a dissetarsi alla fonte della scienza.

Nessuno più di lui ebbe in orrore quel vieto concetto egoistico, che di tali cariche faceva altrettante comode nicchie per attendere imperturbabilmente ai proprî studî speciali. Ed egli soleva ripetermi, con quel suo fine umorismo, che irradiava talora di un sorriso così buono e luminoso il suo volto abitualmente severo: “Noialtri bibliotecari dobbiamo essere i cuochi del pubblico, dobbiamo ammannire le vivande, ma non dobbiamo mangiarle noi.”

E questa sentenza egli la rafforzava coi fatti, coll’esempio vivo ed efficace.

Mi ricordo quando, lo scorso anno, fu di passaggio per Milano un giovane frate straniero, che si recava pedestre a Roma, seguendo l’itinerario di non so qual pellegrino del Medio Evo. Egli venne a Brera per consultare alcune opere relative a quel viaggio, e Ghiron gli fu largo di ogni informazione e di ogni cortesia, talchè quegli si trattenne varî giorni in città, fermandosi molte ore in biblioteca, dove Ghiron discuteva animatamente con lui e lo aiutava a tutt’uomo nelle sue ricerche. Ed era uno spetta-