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418 | cronaca |
Isaia Ghiron trasse i natali a Casalmonferrato, nel 1837. Compiuti con lode gli studî liceali in Torino, vi intraprese quelli universitarî, che prosegui per qualche tempo in Napoli, ma che poi troncò per entrare nella carriera amministrativa. Impiegato al Ministero della Pubblica Istruzione, fu segretario particolare di Mancini, di Matteucci e dell’illustre Michele Amari, che conservò sempre per lui la più calda amicizia, e che (dolorose bizzarrie del destino!) doveva ora precederlo di soli due giorni nella tomba, mentre egli, ignaro di tanta sciagura, giaceva agonizzante sul letto di morte.
Il Ghiron fu anche segretario particolare di Giorgio Pallavicino, quando questi era governatore di Palermo.
Nel 1866, Isaia Ghiron venne nominato vice-bibliotecario a Milano, in “quella stessa Braidense” — (come ben disse il bibliotecario Fumagalli nelle nobili parole che pronunciò dinanzi alla sua bara) — “in quella stessa Braidense, ch’egli doveva più tardi far miracolosamente rinascere a novella vita”. Nell’anno 1877 fu meritamente promosso a bibliotecario; nel 1882 fu chiamato a Roma, alla nuova Biblioteca Vittorio Emanuele, dove l’opera sua riuscì preziosissima. Nel 1884 infine, ritornò a Milano, essendogli stata affidata la direzione della Braidense.
Quale sia stata, in questo alto ufficio, l’operosità del Ghiron, lo ha delineato vigorosamente l’amico suo Torelli-Viollier: “La Braidense ora un cadavere, una necropoli di libri vecchi, frequentata quasi esclusivamente da scolaretti e da qualche mattoide. Il Ghiron ne fece in poco tempo una cosa viva, una Biblioteca informata ai tipi più moderni e migliori, ricca di libri nuovi, di collezioni varie, di riviste e periodici esteri, frequentata assiduamente da veri studiosi, da letterati e scienziati, che vi trovano tutto quanto loro abbisogna, e la quiete e le agiatezze che lo studio esige, ed una schiera d’impiegati colti e premurosi. Il buon ardore di cui egli era acceso seppe comunicarlo al Governo, al Municipio, ai Corpi morali milanesi, e seppe ottenere i mezzi necessari all’attuazione dei suoi disegni. Sostituì al gas la luce elettrica, e potè