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26 giuseppe ruggero

leggenda, anche senza le traccie della crocetta che rimangono in alto.

2.° In tutto il tempo che durarono ancora i minuti dopo il 1528, non conosco moneta alcuna che abbia lo zecchiere n.

Ho detto più sopra, che la nuova maniera di designare il nome della città, Genua, fu continuata senza interruzione sulle monete della Libertà. Mi si potrebbe osservare che l’asserzione non è esatta, avendosi il disegno d’un testone nel Promis, unito a quelli delle altre monete, e che formerebbero fra tutti una sola serie coniata nel breve tempo decorso tra la riacquistata libertà e la elezione del Doge e dei Governatori; e mentre queste ultime monete presentano la leggenda libertas genvensivm, il solo testone ne avrebbe una diversa, libertas popvli ianve. Se il testone facesse parte veramente della stessa serie, avremmo infatti una eccezione, ma così non è. Basterà considerare, che durando i soprastanti in carica per un anno, è cosa ben difficile che una serie di monete coniate in brevissimo tempo abbia differenti sigle di zecca; e che la leggenda del testone è troppo diversa dalle altre, anche a parte il nome della città scritto all’antica, per non indicare epoca più antica. Ora, tutti i testoni di questa specie che si conoscono hanno le iniziali i . c, le altre monete portano quelle f . a.

L’elenco dei soprastanti già citato avendo gravi lacune, non può darci i nomi corrispondenti a queste iniziali; ma intanto dalle altre monete Genovesi che hanno iniziali identiche, possiamo ricavar qualche lume per il confronto.

Le i . c trovansi solamente in Ludovico XII, molto ripetute su monete col castello al dritto, cioè coniate prima della rivolta, quanto in altre posteriori