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378 | giuseppe ruggero |
Gianne antonio di Flisco cavalliero, Paolo di albaro, Andalo maruffo, Lamba d’oria, Battista spinola, Meliaduce salvago, e Dominico ricio di baragaglio macellaro e l’anno di mille quatrocento quarantatre, la Città era sotto il reggimento de gli antiani e de gli otto capitani della libertà sopradetti, e per che non erano troppo concordi insieme, e per qualche altre cagioni il magistrato loro fu compiuto il vigesimo ottavo giorno di genaro, e quel giorno medesimo fu eletto pacificamente Duce della città Raffaello Adorno sopradetto figlio di Georgio e nepote di Antoniotto, etc.”1.
Quel “poi si diede in balìa dell’Adorno” potrebbe lasciare in dubbio circa la data precisa della cessazione del governo ducale, se il ch. Desimoni non ci venisse opportunamente in aiuto, indicandoci lo stesso giorno della rivolta come data della rinunzia al Dogato, ed il successivo (19) per l’elezione degli 8 Capitani, citando la fonte cioè il Reg. 31 e 526 Diversorum in Archivio di Stato2.
La leggenda del ducato lascia supporre che la fine del governo ducale e lo inizio del nuovo reggimento dei Capitani, abbia avuto luogo in modo solenne. Pare dunque che la fiducia nella stabilità del nuovo governo fosse tale, da credere davvero alla definitiva abolizione del dogato a vita, causa non ultima delle discordie cittadine: ma non doveva riescire allora quello che avvenne invece 85 anni più tardi, quando per le mutate condizioni dei tempi si poterono inaugurare nuove istituzioni senza