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titolo e peso degli antoniniani di claudio gotico 329

erano state per un certo tempo in circolazione ed avevano perduto il rivestimento d’argento, assumeva completamente l’aspetto del rame, pure, da esami ripetuti su larga scala, risulta che nel metallo adoperato per la loro coniazione entrava una data quantità d’argento, che basta a caratterizzarle per monete di biglione.

Questa stessa osservazione si trova già nel lavoro del Dr. Guglielmo Vischer: Il ripostiglio di Reichenstein, in cui sono descritte alcune monete di Claudio che erano state saggiate per conoscerne il titolo; ma esse appartengono tutte alla zecca di Roma, ove se ne eccettui forse soltanto quella con virtvs avg, che dovrebb’essere di fabbrica spagnuola.

Nella stessa maniera che per i pesi degli antoniniani si è visto come alcune zecche, senza curarsi delle regole certamente stabilite per la coniazione, emettevano arbitrariamente monete assai più leggiere, così pure era da aspettarsi che per il titolo dell’argento si riscontrassero abusi analoghi nelle diverse zecche, ed era quindi interessante di saggiare le monete di ciascuna zecca per conoscere quanta parte d’argento contenessero.

Il seguente specchietto mostra il risultato delle rispettive analisi, che devo alla molta cortesia del Sig. Consigliere Giuseppe M. Müller, della I. R. Zecca di Vienna.