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della conclusione cronologica cui arriva il nostro A.; ma se le ultime monete di Gallieno e quelle di Postumo fossero invece relativamente usate e non mostrassero in niun caso l’asprezza o le sbaveggiature del conio recente, avremmo per converso un assai attendibile argomento per ricondurre la data del ripostiglio verso il 267, che è Tanno dell’assedio di Magonza, operato dallo stesso imperatore Postumo contro il nuovo usurpatore Leliano (Eutr., IX, 9). In tal caso il tesoretto di Magonza verrebbe a coincidere con un fatto storico speciale, e la ragione del suo nascondimento non sarebbe più da cercare in qualche ignoto avvenimento politico o militare.
Confido che il nostro A., il quale si è reso benemerito delle ricerche storiche pubblicando un così notevole ed interessante ripostiglio di monete, avrà modo ed agio di sopperire agli osservati difetti di descrizione, e potrà ancora fornirci il catalogo riveduto del ripostiglio, accompagnato dalle desiderate note di freschezza. Intanto, dovendo rimanere nel dubbio, posso persuadermi che, anche in principio del burrascoso e contrastato regno di Postumo, non fossero mancate in Magonza, come su tutta la strada di Cologna, occasioni ripetute di panico e di terrore per la guerra che Gallieno fu costretto di dichiarare all’usurpatore delle Gallie e suo competitore.
II.
Nella seconda parte del suo scritto, l’A. descrive una bella serie di monete romane imperiali esistenti nel Gabinetto di Magonza e non descritte nella 2a ed. del Cohen. La descrizione è fatta col medesimo sistema, cioè riportando le leggende in cui si osserva qualche differenza e rilevando le divergenze di tipo. La descrizione è generalmente esatta, e ninna particolarità da di nota parmi essere sfuggita al vigile suo occhio.
Le monete descritte in questa seconda parte cominciano da Augusto e finiscono con Massimiano Erculeo: sono ben 141 varietà che l’A. segnala come mancanti nella detta edizione del Cohen; ma, al solito, c’è da temere che alcune differenze dipendano dalle inesattezze del testo curato dal Feuardent, né io ho agio di farne per intero la verifica. Fra le monete descritte dal sig. Körber ve ne hanno parecchie che io stesso verificai mancanti al Cohen, sia nel mio Ripostiglio della Venèra pubblicato negli Atti della R. Accademia dei Lincei, vol. IV, sia nel più recente mio scritto: Di alcuni ripostigli di monete romane citato di sopra. Quasi tutte le monete che il Körber riporta come inedite da Aureliano in poi furono da me pure descritte nel Riposti-