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296 | cronaca |
La numismatica specialmente ebbe in lui un fervido e fortunato cultore, ed egli si formò una vasta e ben ordinata collezione, che poi, disgustato per furti patiti e rimescolamento di monete avvenuto in seguito a minacciata inondazione, vendette a varî numismatici. La raccolta del marchese Rovelli era notevolissima per rarità di pezzi; le monete comasche vi erano poi rappresentate con inusata larghezza, avendo egli potuto, fra l’altro, salvarne dal crogiuolo un intero ripostiglio.
Gli scritti dati alle stampe da Pietro Rovelli sono poco numerosi, e si riducono a qualche memoria numismatica pubblicata nel Periodico della Società Storica Comense e nella Rivista Archeologica della Provincia di Como. Ciò non ostante egli aveva fatto studî metodici e coscienziosi di archeologia e di numismatica, come lo attestano i quaderni di fittissime annotazioni da lui lasciati, ed il gran numero di lettere scambiate col Riccio, col Promis, col Garovaglio, col Caire, coi Gnecchi, con autori tedeschi e altri nostrali. Voluminosa è pure la corrispondenza da lui tenuta con persone che di continuo gli mandavano monete per esame, rendendo omaggio alla riconosciuta competenza di lui, la quale aveva da lungo varcati i confini della provincia. Per questa competenza, e a malgrado della naturale sua ritrosia, egli non potè schermirsi da varî onorevoli incarichi, ai quali lo chiamavano la stima e la fiducia cittadina, e, per non uscire dal campo de’ nostri studî, fu tra gli ordinatori del Civico Museo di Como, e Presidente della Commissione pel Museo stesso.
Il nome del marchese Pietro Rovelli è indissolubilmente legato, non solo alle patrie vicende, politiche e guerresche, in cui ebbe tanta parte, ma anche alla illustrazione storica del paese; e l’attività sua scientifica, per quanto modesta, fu degna veramente d’encomio e utilissima, come quella che valse a diffondere tra i dotti d’Europa la conoscenza della zecca comasca e di molte monete italiane.