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il medaglione romano 265

zione infima, come i dupondii ed assi di peso eccedente rappresentano l’infima gradazione fra le monete di dono del Senato. A conferma, si osservi che il primo imperatore il quale abbia coniato in numero ragguardevole le monete di rame senza S • C, fu Nerone, e che questi appunto fece elargizioni copiosissime al popolo, e si guadagnò con esse specialmente il favore delle classi inferiori. E le monete di rame senza S • C sono più frequenti sotto quei regni di cui si hanno anche in maggior numero i medaglioni e le monete pesanti senatoriali.

A questo punto, si presenta naturale una questione. Fra la moneta spicciola senza S • C e le rimanenti monete di dono, vi è una lacuna grandissima, prodotta dalla differenza di valore. Bisognerebbe concludere che l’imperatore, nella sua scarsa coniazione di rame, si limitasse alle monete di valore infimo; mentre contemporaneamente egli coniava, in oro ed argento, i pezzi da 2, 4, 6, ed 8 aurei e denari; ed il Senato, alla sua volta, coniava i pezzi in bronzo da 5, 6, ed anche da 8 assi. Ma questa contraddizione è inammissibile. Gli anelli intermedii della catena, vale a dire i multipli superiori del rame imperiale, devono aver esistito; tutto sta nel trovarli.

A tale questione non v’è che una risposta. I multipli superiori del rame imperiale sono appunto i medaglioni di bronzo. Entrambe queste specie di monete sono prive delle iniziali S • C, entrambe furono coniate in ristretto numero, entrambe infine appartengono al sistema dell’asse, come si è già dimostrato e si dimostrerà ancora in seguito. Le loro rappresentazioni figurate sono affatto analoghe; la fattura tecnica del rame imperiale è spesso così somigliante a quella dei medaglioni, che si è inventato per esso il termine di “medaglioncino”; caratteri tutti che pongono fuor di dubbio la stretta relazione fra il medaglione di bronzo e la moneta imperiale di rame.

D’altra parte, quest’ultima abbraccia tutti i valori, sesterzio, dupondio, asse e semisse; il sesterzio è contraddistinto dalla corona d’alloro, il dupondio dalla corona radiata, ed entrambi sono coniati in metallo giallo. Essi